Il Santuario Nostra Signora del Monte è un piccolo gioiello situato su una collina nel quartiere di San Fruttuoso a Genova. Si raggiunge facilmente anche a piedi dopo una salita di circa mezz’ora. Una volta arrivati avrete una magnifica visuale su tutta la città.

La prima documentazione certa del Santuario risale al 1183 anno in cui si insediarono i monaci mortariensi; da alcuni scavi avvenuti nel 1970 si è scoperto poi che in origine la chiesa era a unica navata, corrispondente a quella odierna di destra. Nel 1440 su intercessione del doge Raffaele Adorno, papa Eugenio IV diede il permesso di ricostruire il santuario, ormai in rovina. Fu così che alla fine dei lavori iniziò a essere abitato dai francescani. Alcuni anni più tardi custodì al suo interno anche il braccio di Sant’Anna oggi conservato nella cattedrale di San Lorenzo.
Davanti alla facciata della chiesa potete ammirare il sagrato: pietre bianche e nere (risseeu in genovese) con lo stemma della repubblica, il simbolo francescano e una grande M (Maria). Accanto al santuario c’è il “Bosco dei Frati” oggi parco pubblico, donato da Adorno nel 1444.


Le cappelle interne laterali furono volute dalle famiglie nobili genovesi come loro luogo di sepoltura, così come i monumenti funebri ancora presenti.
Presbiterio e coro sono posti sopra la cripta e furono costruiti tra 1628 e 1634 a spese di Giacomo Saluzzo (riconoscibile dal suo busto in marmo insieme a quello dei suoi fratelli).

Elencare tutte le opere sarebbe impossibile, qui mi limito a segnalarvi quello che più mi ha colpito:
Cappella Sposalizio della Vergine

Fondata da Stefano Fieschi Raggio nel 1550, la tavola fu dipinta da Fra Simone Dondo da Carnoli. Nel 1549 fu nominato guardiano del convento di Santa Maria degli Angeli a Voltri. Nell’ottocento poi la cappella passò alla famiglia Peirano.

Cappella della Natività
In questo punto un tempo c’era la vecchia chiesa mortariense del 1183, sul cui altare era collocata la statua della Madonna del Monte. La pala è opera di Giovanni Battista Carlone che inserì tra i pastori anche il committente Gerolamo Giovanni Vivaldi, senatore della Repubblica di Genova.

Annunciazione e Santi

La certezza dell’autore restò a lungo dibattuta fino a quando la paternità di quest’opera fu attribuita a Giovanni Mazone pittore alessandrino. Il polittico realizzato verso la fine del 1470 Venne spostato di posizione più volte all’interno della chiesa sino a collocazione definitiva nella cappella del crocifisso.
Cripta
Costruita per volere dei sei fratelli Saluzzo, questa cripta mi ha lasciato a bocca aperta! La Madonna lignea fu realizzata da Giovanni Andrea Ansaldo e la balaustra intarsiata da marmisti napoletani del 1700. Le statue di Sant’Antonio e San Francesco invece sono attribuite a Domenico Bissoni.

Non avete idea della pace che si gode qui dal Santuario di Nostra Signora del Monte per non parlare del panorama sulla città! Poco lontano c’è anche un cimitero, purtroppo al momento non visitabile
Se poi vi viene fame ho visto che nelle vicinanze ci sono locande e osterie.


Una curiosità: Nell’agosto del 1876 Giosuè Carducci fu ospitato dall’amico Eugenio Maria Tognetti; in quell’occasione visitò il santuario e come ringraziamento lasciò questi versi:
Tu stanco pellegrino assetato che per lo Monte con fatica ascendi
bere acqua chiara e fresca non è vietato. Ma per focaccia, chinotto, vino o caffè per buona creanza almeno un soldo spendi

Vedete il muretto? Ha una storia particolare: è conosciuto come “A miagetta do Galata” cioè il muretto del Galata, perché molti anni fa un certo Luigin Zerega che abitava a Costantinopoli nel colonia genovese di Galata, era soprannominato “U Galata” ed era solito sedersi sul muretto e raccontare le sue avventure. Ogni volta poi concludeva la sua storia con “Cose turche figgeu!” (cose turche ragazzi).
(Ero indecisa se lasciare o meno le scritte alla fine ho preferito mantenerle, non mi piace alterare la realtà ed è giusto mostrare anche le cose meno belle)
COME ARRIVARE AL SANTUARIO NOSTRA SIGNORA DEL MONTE
Io ho usato i mezzi e poi ho fatto ultimo pezzo a piedi.
Ho preso il bus 46 davanti alla stazione di Brignole e sono scesa alla fermata di Terralba. Da lì ho attraversato la strada e proseguito per via Giovanni Torti, poi a sinistra per Via Marina di Robilant e poi girato a destra per Salita Vecchia di Nostra Signora del Monte. Alla fine della salita vedrete due strade voi prendete quella di sinistra mattonata.
Al ritorno invece ho fatto un altro percorso: ho imboccato la strada che scende proprio dal muretto di cui vi ho parlato prima, questa è la strada Nuova dove passano anche le macchine e dove ci sono le cappellette. A mio avviso però il tragitto di Salita Vecchia è più breve.